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La delfina di Teheran che soffriva di solitudine salvata da un team italiano
Il trasferimento su un volo charter. La missione compiuta grazie ad associazioni italiane che hanno aiutato i veterinari e i diplomatici iraniani. Massimo Vacchetta del centro «La Ninna»: «I delfini sono animali sociali: rimasta sola, si sarebbe lasciata morire»
In mesi così densi di sofferenza, può capitare che si realizzi una favola. Per esempio che una delfina voli e – volando – si salvi. È successo ieri notte nel cielo sopra l’Iran e il viaggio di Kasya – così si chiama l’animale, un diminutivo di Cassiopea – è iniziato dal luogo simbolo della capitale, la gigantesca Milad Tower, il «razzo» che con i suoi 435 metri svetta sulla città. Kasya era l’ultima reduce del delfinario ospitato dentro la costruzione, smantellato a febbraio 2020 a causa del Covid. Nelle vasche il mammifero sarebbe rimasto totalmente solo – la sua compagna Alpha era morta a dicembre 2019 – se non fosse stato per il veterinario russo Ivan Zatsepilov che ha deciso di non abbandonarla e di non rassegnarsi. «Una persona incredibile», racconta il collega italiano Massimo Vacchetta del centro «La Ninna», che ha avuto un ruolo fondamentale nel salvataggio. «I delfini sono animali sociali, soffrono la solitudine come noi: Zatsepilov ha trascorso settimane da recluso, sempre accanto alla vasca per non abbandonare Kasya che altrimenti si sarebbe lasciata morire». Nell’aprile 2020 YouCare France avvia una petizione su change.org per trovare una nuova casa all’animale e la cosa viene subito notata da Vacchetta che conduce un centro di recupero per animali selvatici a Novello, in Piemonte. A Vacchetta si unisce poi il gruppo «Salviamo gli orsi della luna» fondato da Carmen Aiello e assieme cominciano a progettare un rescue plan, un «Salvate la delfina Kasya». Il primo tentativo è quello che sembra il più plausibile: trasferire Kasya in una vasca di riabilitazione in una riserva marina protetta nel Mar Nero. In un mondo perfetto sarebbe la soluzione migliore, ma nel mondo reale non tutto va come deve. Il trasbordo sarebbe dovuto accadere in estate, quando la temperatura dell’acqua del mare è simile a quella del delfinario, ma allora Vacchetta & co. non avevano raccolto i fondi sufficienti.   https://www.corriere.it/buone-notizie/21_gennaio_15/delfina-teheran-che-soffriva-solitudine-salvata-un-team-italiano-88b6efba-5713-11eb-8f51-2cbbf1c2346f.shtml  
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